L’ago cinese in aiuto del bisturi

“L’ago cinese in aiuto del del bisturi” – Corriere della salute 4 Dicembre 1989

Utilizzando l’agopuntura al posto dei tradizionali anestetici, è possibile somministrare i tossici farmaci antitumorali prima, durante e subito dopo l’intervento di asportazione del tumore.

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Il matrimonio tra medicina occidentale e medicina tradizionale cinese può portare a interessanti applicazioni, soprattutto in campo chirurgico. Per esempio, la possibilità di somministrare farmaci antitumorali durante l’intervento di asportazione di un tumore grazie al’anestesia tramite agopuntura. Niente di più facile per il profesore Peter Hsien-I Pan, <<maestro>> di agopuntura trasferitosi nel nostro Paese, a MIlano, dal ’71, niente di più difficile per gli pseudo-specialisti occidentali che praticano la medicina tradizionale cinese dopo un superficiale corso formato tascabile. Fortunatamente dal 1992, anno dell’Europa senza frontiere, anche per praticare questa disciplina sarà obbligatoria una specializzazione di almeno 3 anni.
“Tre in meno di quanti ne occorrerebbero in Cina”, spiega il professor Pan, “ma almeno sufficienti a manovrare gli aghi con perizia e competenza”.
Come, per l’appunto, quando occorre anestetizzare pazienti che vengono sottoposti a interventi chirurgici di particolare rilievo: il professore Viganò, cardiochirurgo di Pavia, ha avuto Pan come anestesista in molte operazioni a cuore aperto. E anche la Ginecologia e Ostetricia e la Chirurgia Toracica del Policlinico San Matteo hanno potto usufruire degli ‘aghi’ di Pan.
Ma il professore Pan, ora, vuole mettere in pratica anche in Italia il connubbio tra agopuntura e chirurgia oncologica, in vigore da qualche anno in Cina con ottimi risultati. Ferma restando la tecnica chirurgica, la novità è nell’uso degli aghi come anestetico e come immunostimolante.
“Per quanto riguarda il primo aspetto”, spiega Pan, “un’anestesia senza farmaci ci offre la possibilità di bombardare le cellule tumorali con la chemioterapia già durante l’intervento chirurgico. Ciò non sarebbe possibile con l’anestesia tradizioanle per la grande tossicità sia dei farmaci anestetici sia degli antitumorali. Il bombardamento radioterapico e chemioterapico prima durante e subito dopo l’intervento abbassa di molto, come abbiamo potuto sperimentare in Cina, il rischio classico degli interventi di asportazione di un tumore: quello delle cellule tumorali che migrano nel sangue per poi andarsi a annidare e sviluppare altrove”.
La seconda possibilità che ci offre l’agopuntura, continua il professor Pan, “è quella di andare a stimolare anche il sistema immunitario sia durante sia dopo l’intervento. Con gli aghi attiviamo la funzione dei tre organi preposti alla difesa e alla disintossicazione dell’organismo: polmone, 1° ordine di difese; reni, 2°ordine; fegato, 3° ordine e sintesi di proteine del sangue, tra cui elementi difensivi come le gammaglobuline”.
Dopo l’intervento, poi, i cicli di radioterapia o chemioterapia portano gravi effetti collaterali, tra cui anche stati di immunosopressione, di abbassamento delle difese. Grazie all’agopuntura si possono annullare gli effetti collaterali e mantenere alto il livello immunitario dell’organismo. Spiega Pan: “Si è visto in laboratorio che il livello di linfociti T, potenti armi del nostro sistema difensivo, si rialza dopo l’agopuntura”.
Tutto ciò permette di continuare e completare i cicli di farmaci anti-tumorali senza interruzioni obbligate dello stato di saute del paienti.
Con quali risultati? “In Cina, siamo riusciti a raddoppiare la sopravvivenza e a migliorare la qualità di vita nel 67.9 per cento degli operati di tumore gastro-esofageo, tra i più diffusi nel nostro paese”.
Mario Pappagallo